L'intervista

Questa sezione del sito propone delle interviste a personaggi famosi o  comunque di interesse comune per la Iso e per il mondo d'epoca in generale. Il lavoro delle interviste trova la sua giusta posizione nell'ottica di nuove scoperte di interesse per la Iso o semplicemente per arricchire ed incrementare quanto già noto sulla casa di Bresso.

La prima intervista è proposta ai fratelli Dimmer Brunetti,  collezionisti e restauratori oggi, concessionari Iso per la Val di Susa negli anni '50. Un debito ringraziamento va all'amico Massimo Roberto che con il suo appoggio ha reso possibile l'intero svolgimento del lavoro.

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Per raccontare la storia dei fratelli Brunetti occorrerebbe un libro intero e non certo le poche righe qui riportate, che a malapena possono considerarsi sufficienti a narrare una piccola parte delle loro testimonianze legate alle motociclette della Iso.

Mi ritengo davvero fortunato di aver incontrato due persone del loro calibro: non solo per le straordinarie notizie che ho potuto registrare, ma certamente per la grande saggezza che ti trasmettono….

I Brunetti sono quelle persone di un tempo, genuine, leali e soprattutto serene,  consapevoli di aver assaporato uno dei periodi più entusiasmanti del nostro paese: quello degli anni ’50.

Nel sentire i loro racconti, ti senti trasportato in quelle magiche atmosfere e ti immedesimi come quando leggi un romanzo che ti tiene attaccato fino all’ultimo…per poi tornare alla realtà in un attimo, confrontare le notizie che loro ti dicono e trovarle sorprendentemente ancora attuali, come se dopo cinquanta  anni nulla o quasi fosse cambiato….

Ma passiamo all’intervista vera e propria e lasciamo la parola ai veri protagonisti di questo servizio.

 

1.      In quali anni e in quale città siete stati possessori/responsabili della
      concessionaria Iso ?

 

     

Inizialmente abbiamo aperto una
officina per moto nel 1948 a
Condove, in Val di Susa,
nella provincia di Torino. Poi
nel 1950 abbiamo preso i primi
scooter, tra cui quello della
mamma, quando ancora non
esistevano le targhe…siamo
andati avanti fino al 1960. In
quel periodo avevamo in
concessione anche la vendita
della Mondial.Poi siamo passati
alla Wolkswagen.


2. Effettuavate anche riparazioni e di che tipo?
 

      Gli interventi più frequenti erano quelli dovuti alla rottura della biella e al grippaggio del pistone posteriore. Spesso superare la velocità consigliata significava appunto rischiare di rompere la biella.

      Quando mi recavo a Milano con l’Isocarro  per prelevare le moto avevo sempre l’accortezza di portare al seguito un pistone di riserva. In più preparavo una miscela molto ricca per evitare spiacevoli grippaggi lungo il tragitto (Ilario).


3. Quali erano i modelli più venduti?

Senza dubbio lo scooter, molto apprezzato dalle ragazze per la comodità di utilizzo. Ampio successo anche per le Isomoto e il modello GT. 


4. I modelli subivano delle modifiche prima della consegna all'acquirente?
 

       Si, era necessario per aumentare le vendite sostituire il manubrio con quello tipo “Tommaselli” in versione sportiva e sostituire la sella singola con quella lunga biposto.
      Una modifica molto diffusa era anche quella di colorare di rosso il serbatoio.



5. In questo senso c'erano degli accordi tra le concessionarie e Bresso?
 

     Assolutamente no, i tempi erano completamente opposti a quelli odierni. La Iso non poneva nessun interesse nel raccogliere le informazioni della clientela tramite i rivenditori sul territorio per “aggiustare il tiro”.


6. E' possibile fare l'identikit dell'estimatore dell'epoca delle Iso?

I nostri principali clienti erano gli operai delle Officine Mancesio, posta proprio davanti casa nostra: molti pagavano in contanti, altri preferivano fare delle rateizzazioni. Le nostre vendite spaziavano però da Rivoli a Susa, sebbene qui fossero presenti altri rivenditori Iso.


7. Quale era quindi la principale attrazione del pubblico verso la Iso?

Sebbene la Vespa vendesse tantissimo, molti preferivano le nostre Iso perché oltre ad una disponibilità immediata alla consegna del veicolo, erano certamente più sofisticate. La Vespa, pur se meno costosa (200.000 £ contro le 230.000 £ dell’Isoscooter) e molto attraente nei confronti del sesso femminile, nella meccanica risultava molto sbilanciata lateralmente…

 
8. Proviamo a confrontare il rapporto costo/qualità tra le Iso e le altre marche in voga  dell'epoca.
 

      All’epoca furono vendute molte Lambrette. E’ doveroso ricordare che i motori Puch anch’essi a cilindro sdoppiato non erano soggetti al fatidico grippaggio. Della Piaggio ne abbiamo già parlato.

     
9. In che  modo la Iso cercava di "imporre" le proprie moto sul mercato? (mi riferisco  a pubblicità e sponsor)

 

      Disponevamo di manifesti prodotti a Bresso, ma la pubblicità in genere non era massiccia come quella odierna..In compenso Ilario si preoccupava di “aprire la strada” piazzando l’Isocarro fronte cinema per raccogliere le attenzioni dei passanti…

 
10. Stiliamo una lista di pregi e difetti delle moto Iso.
 

      Tra i pregi ci piace ricordare la precisione della Iso nel seguire lo standard  produttivo..dimostrava appunto una produzione prettamente industriale a larga scala. Per i difetti in aggiunta a quelli già descritti in precedenza era frequente per il 2 tempi la rottura della molla pedale che costringeva a smontare tutto oppure ad interporre una molla esterna.


11. Si organizzavano dei corsi di istruzione ed aggiornamento sulla meccanica nei capannoni di Bresso e chi vi partecipava?
 

      No, eravamo completamente autodidatti. Gli stabilimenti di Bresso erano visitati solo in occasioni di gite e raduni.


12. Nel 1956 iniziò la produzione delle 4 tempi, un evento inaspettato?

Non abbiamo venduto alcuna  4 tempi, perché strano a dirsi, non eravamo a conoscenza di questa nuova introduzione tecnica per la Iso. Purtroppo come rivenditori dipendevamo da un distributore non troppo onesto….

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La seconda ed ultima parte dell'intervista sarà pubblicata prossimamente....sempre su questi schermi.

Intervista parte "B"

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